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Laft.r12. CAPO DECIMOQUINTO:
13. 14
Lrat. 3. , 9. :
: De varj modi d’innalzare le facciate .
Rafcorfi gli elementi tempo è, che veniamo a farne un com.
pofto , e diamo i modi di adornare qualunque facciata fi fia
propofta , e d'efla formarne qualche ben compartito , ed ag.
gradevole difegno . Sono dunque fei principali i modi, coì
quali fi poflono adornare .
Il primo adornando folamente le fineftre, e le porte in varie guife,
come fi dirà; il fecondo è a fafce, le quali in varj campi {partifco.
no tutto il fito; il terzo è la ruftica; il quarto è a rilievi prominen-
ti; il quinto a rifquadri incavati nel muro ; il fefto è cogli ordini già
infegnati , che {partifcono la faccia in varj intercollunj, ovvero arca
te , che portino le fue cornici . In quefto Capitolo trattaremo de’ pri,
mi cinque, riferbando gli altri a’ Capitoli feguenti.
OSSERVAZIONE PRIMA.
In quanti modi s'adornino le fineftre ,
Vini nel lib. 4. al cap. 6. efpone il modo di fare le porte de'
| Tempj, ma come egli prende la mifura dell'altezza, non può
fervire per le Stanze , che molte volte effendo bafle, farebbono la por
ta sì deprefla, per cui impedicebbefi l’ingreflo ; nè punto parla dell
fineftre, o perchè le faceflero fenza ornamenti , come fi vede nel "Lem
pio di Bacco , che apporta il Serlio al lib. 3. nella pag. 19. , nel T'em
pio della Pace alla pag. 21. ne' feguenti , o perchè non ne faceflero,
affeitando l’ofcurità per rendere più rifplendente il fuoco de’ facrifizj.
Per I qual cofa bifogna camminar per altra ftrada , e dare regole le
più ficure , più univerl/ali , e men ligate per poter fervire ad ogni ge
nere di fabbrica. SP PSE AS
fi La prima regola fia , che debbono le fineftre effer tutte uguali,
fano grandi le ftanze , o piccole, le quali fono di feguito in un me
elimo piano . Onde dovrà l’Architetto eleggere quell’altezza , che po-
trà accomodarfi a tutte le Stanze.
i i feconda è , che fiano ordinate corrifpondentemente di quà, €
tel mezzo, o che fiano tutte eguidiftanti fra loro, o folamen-
te equidiftanti quelle, che fono in equidiftanza dal mezzo .
La terza fi è, che non fiano nè troppo grandi, come avverte
Palladio al lib. 1. nel cap. 25., nè troppo pic
Ì cap. 25., nè troppo piccole, perchè le troppo
grandi rendono la Cafà fredda, le troppo piccole la rendono ofcura,€
ea non deve dipendere nè dall’altezza delle Stanze, nè
arghezza; ma come abbiamo detto de’ poggioli, de’ poggi , delle
baluftiate e fecale , dalla comodità umana, e però dova Lo Sncira
dl 1 tal grandezza , che almeno due uomini vi fi poffano infieme
a aceiare, » onde dovrà efler non meno di due piedi liprandi, nè più
o tto n a quarta è, che la loro altezza , parlando della luce folamen-
’ vano, nelle Doriche fia meno di due larghezze, nelle Jo
adiche