"RAT T A TO; 111. CAP: “XxII. -
ef oppofto , e fi verifichi il proverbio; Incidit in feyllam cupiens vitare
paybdim 3 © rale è il fentiumento di Vitruvio che non fi pofla dare
in ciò regola certa ; ma che l’Architetto debba fervirfi d'un’ acuto ,
e difcreto giudizio , perchè nel Cap. ?. del lib. 6. finalmente con-
chiude - Cum ergò , que funi vera falfa videantur , & nonnulla aliter , quam
fint oculis probentur , non puto oportere effe dubium , quod ad locarum naturas,
gut nece/fitates adjetHones , aut detrattiones fieri debeant , fed itaut nihil in his
operibus defideretur . Haec autem ingeniorum acuminibus non folùm doctrinis effi
ciuntur « È però vuole, che prima fi difegni fecondo le regole, e poi
che fatta la pianta fi confideri , dove per cagione del fito, è delle par-
dì circonftanti può la vifta ingannarfi, e fecondo, che fi conofce , co-
À devonfi correggere le già ordinate fimmetrie , e però ivi conchiu-
de: Igitur faruenda el primum fymmetriarum ratio , à qua fumatur fine du-
pitatione commutatio . Deinde explicetur operis futuri , & locorum imum [pa
tum longitudinis , cd» latitudinis , cujus cum femel fuerit conftituta magnitudo
foquatur eam proportionis ad decorem. apparatio .
CAPO VIGESIMOSECONDO.
Maniera di proporzionar una facciata + che paja difettofa
per cagion del (ito
Bbiamo già avvertito , che la vifta s' inganna talvolta per
cagion della (ituazione degli oggetti , ora bifogna {piegare
come ciò, e in che cafo addivenga » onde fi pofla preferi-
te vere il fufficiente rimedio .
Due difetti può avere il fito l'uno, che nafce dalla propria na-
iura, per efempio , che fia bifquadro , montuo!o , Ò fimile , l’altro dal
fito di chi vede’, che non può metterli in pofto tale , che pofla mi-
rar l'oggetto ; come fi deve . Onde bifogna (prima fapere da che luo-
go debba mirarfi uùn'oggetto per vederiì giufto , acciocchè indi fi rac-
colga , quali fiano le fituazioni , da cui mirando gli oggetti l’occhio non
tefti appagato.
Mi OSSERVAZIONE PRIMA.
pè vedere direttamente l'occhio immoto deve avere Fuggetto paralello, in tal guifay
“che il raggio.centrale fia in ifquadro coll’ oggetto , € coll occhio in diftanza
ji due volte tanto , ‘quanto è largo l'oggetto .
HP trattato dell’ occhio, € del modo , che fuccede in noi la ve
duta nella mia Filofofia , © plauti filofofici alla Difp. s. efpen-
fione prima, e feguenti . Ma ora vuò ftare a quello, che ftabilifcono
gli altri, ermaffime i pratici , gli eruditi nella perfpettiva » da cui pe-
1Ò io non diffento , quefti adunque faranno il Guidubaldi lib. 1. per-
fpedtiva pag. 33.» ed Ignazio Danti nella Profpettiva del Vignola
alla regola feconda del cap. $-, i quali pongono ja. linea della fezio-
ne normale al raggio vifuale perpendicolare all’ occhio , e ciò nafce ,
come
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