Full text: Architettura Civile Del Padre D. Guarino Guarini Cherico Regolare : Opera Postuma Dedicata A Sua Sacra Reale Maestá

Fa DELL’ ARCHITETTURA 
as 
’ O SS ERV AL4Z IO NE: SECOND. 
L'Architettura non dee difporre in tal guifa le fue Fabbriche , che fian oppofte 
al coftume del Paefe , e delle Perfone . 
Egue ciò dall’antecedente , perchè fe farà contro l'ufo del Paefe, o del. 
S le Perfone, non {farà comoda. Onde farebbe inconveniente a’ poveri 
Contadini fabbricare ampie Stanze, o ne’ Paefi più freddi innalzarle troppo 
alte, e fimili cofe; però Vitruvio dice , Et ad regiones fui cujufque generis 
apta , & commoda diftributio . 
OSS ERVZILZ IO N Ei T.E R ZA, 
Eve l’Architetto procedere. difcretamente. Perchè fi dee mirare alla 
D comodità di chi fabbrica, fe lo pone in tale fpefa, che , o non pof 
fa finire il difegno, o terminandolo fia neceffario impoverirfi , e” divenire 
mendico , ciò certamente non riufcirà di comodo , anzi di grave incomodo 
a quello, che dee goderlo; onde Crifto medefimo. Luc. Cap. 14. Y. 28. 
dice , Quis volens turrim edificare non ne priùs fedens compurtat fumptus , qui necef- 
rii funt fi babeat ad perficiendum , ne poftquam. pofuerit fundamentum , & non potue- 
rit perficere , omnes iincipiant' illudere ei, diventes , bic. homo cgpit edificare , & non 
potuit confumare . 
Quindi è 5 che per detto di Vitruvio nel Prologo del Lib. X. in Efefo 
eravi una Legge , che obbligava l’Architetto a finir le Fabbriche pubbli- 
che del fuo , fe coftavano più , che la quatîta parte di quello, che avea det- 
to avanti che la Fabbrica fi cominciafle; onde Vitruvio defiderò , che tal 
Legge fuffe anche offervata in Roma. Utinam Dii immortales feciffent , quod 
ea Lex etiam Populo Romano non modò publicis , fed etiam privatis edificiis effet con 
flituta : perchè in verità vi fono alcuni, che con perniciofo inganno indu- 
cono le genti a {pefe ecceffive fotto {pecie di poca fpefa, e rovinano le 
famiglie. E però il Serlio riprende Palladio , perchè avefle indotti i Si- 
gnori Vicentini a fabbricare sì fontuofamente , che non refiftendo alla {pe- 
fa, quafi di tutti gli Edifizj fi veggono folamente i principj. Però l’Archi- 
tetto deve non tanto defiderare la pubblica magnificenza , quanto aver ri- 
guardo alle private forze , nè tanto in farfi onore nelle belle intraprefe, 
quanto non danneggiar il compagno con metterlo in impoflibili impe. 
gni. Softengo adunque [non oftante il detto di Urbano VIII. che il dire 
finceramente quanto fia per coftare una Fabbrica , è più da un buon Cri- 
ftiano , che da buon Architetto ] che fi dica il vero del di lei cofto, ac- 
ciocchè la rovina della ecceiliva fpefa non cada fopra l’Architetto , che non 
può acquiftarne altro concetto , fe non o d’Imperito , o d'Ingannatore , am- 
bi titoli pregiudiziali alla fua riputazione . 
O SER VAZIONE QUARTA. 
LL’ Architettura deve aver per oggetto , e fcopo, anche la ficurezza delle Fabbriche . 
ini anche quefto dallo fteffo principio ; perchè non tornarebbe a co- 
modo dell’Abitante aver fempre da principiare, e tanto meno , che 
in. non
	        
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