RA TTATNTOQ:/V CAP. Xx.
je provo alla prop. 30. Tratt. 30. quefte due Eliffi B E D faranno Lat. 3.
oguali 5 e non folamente elle, ma {e {aranuo intere, € qualfifia fua Tratt.5
porzione comprela tra le fteffe paralelle.
OSSERVAZIONE QUINTA.
PROPOSIZIONE LX.
Maniera di accrefcere TEN di una porzione efibita .
Uefto facilmente fî efeguifce , perchè bafta aggiungere al diame-
O tro qual parte piacerà , O anche diminuirla, e farne um’ altra Fig.ta.
con quel diametro, lafciando l’altro nella propria lunghezza, e
(otto 1a medefima pofizione , 0 angolo, che faceva col diametro pri
miero. Così fe farà data IEliffe EHFG, e fe ne voglia fare um
lira, che fia maggior un terzo, fi farà il diametro BD, fia qual
piace , tina volta, e mezza più lungo, che EF, e lafciato l’altro G
H nello fteffo modo, e nella medefima lunghezza, e fituazione , co-
me in TC fi farà l’Eliffe BI DC maggiore d'un terzo dell’ Eliffe E
HFG lo provo. alla prop. +6. 27. ‘Tratt. 30. , che fe fi voleflero di
iii diametri fi potrà fare coll'ajuto della precedente.
OSSERVAZIONE SEST 4.
P.R O POSIZIONE LXI.
Modo di coflituire un Elife fimile ad un altra «
Uefta fi pone in efecuzione , facendo gli affì della medefima pro- Fig. 13.
porzione , che fi unifchino, cogli fteifi angoli » così l’ EBlifle A
BCD. è fimile all Eliffle EGFH, perchè A 1 è a OH co-
ie TB a OF, così fi definifcono. PEliili fimili al Tratt. 24. def. 14.
del noftro Euclide .
QSSERVAZIONE SETTIMA.
PROPOSIZIONE LXIEiE.
Modo di deferivere un triangolo mafimo nell’ Elie .
Gi. iris ACE,e in lei una porzione fua AGC, ed in quefta Fig. 14
sabbia a deferivere un triangolo maifimo. Dal centro F pel mez-
0 della linea C A , cioè per D fi conduca la FG, € fi compifca il
triangolo CT A G, rirando da G, in cui fega il giro dell’ Eliffe , i due
lati AG, e CG, e quefto farà il mailimo triangolo , perchè fe fi
farà un'altro come A1C farà minore , perchè ABC tra le parsiel
sot